LA BUONA POLITICA di Elisabetta Malagoli

Elisabetta MalagoliNegli incontri e approfondimenti di questi giorni mi pare che il centrosinistra cominci a individuare con maggiore lucidità i pericoli di breve e lungo periodo che sta correndo l’Italia, gli errori, i valori, le risorse.

Ciò che ancora manca è la determinazione e l’ardimento nell’indicare mezzi e modalità.    Nessuno ha ancora osato o voluto affermare la necessità di unire le forze sotto il vessillo di temi comuni: partiti e civici come due facce della stessa medaglia, quella della buona politica, laddove i primi accettino di riformarsi dal proprio interno nella crisi stessa del concetto di “parte” e i secondi siano consapevoli dell’importanza del proprio ruolo, non solo riempitivo e di supporto, ma di guida e visione, come avvenuto in passato nella stessa realtà torinese.

Ma qual è la “buona” politica? Non quella che pur ragionevolmente abbiamo in testa, ma quella che arriva alle persone. E credo che la chiave oggi sia solo una : la protezione, un bisogno scaturito dalla paura, vera, percepita, indotta o spontanea che sia. In Austria, Olanda e Baviera sono riusciti a declinarla proprio attraverso l’Ecologia, che protegge dai cambiamenti climatici e dalla distruzione del nostro habitat e attraverso l’Europa, non più descritta come coacervo  di norme bancarie e monetarie, ma come Sicurezza, quella che tutti invocano nel proprio quotidiano: sistema di diritto e fucina di diritti, linfa economica indispensabile, grazie alla quale è stato  ed è possibile realizzare progetti di riqualificazione di varia natura, a livello urbano come nel settore agricolo.  

Non abbiamo bisogno di “falsi nemici”, noi, di false distrazioni. È un diverso modo di pensare, di parlare, di agire. Solo così potremo coniugare Globale e Locale,  partendo dai nostri territori. Siamo pronti? Anche se non lo siamo, dobbiamo andare in questa direzione.

Elisabetta Malagoli

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