Quando entri in un meccanismo devi conoscerne le regole di funzionamento. Se non le conosci, le devi imparare giorno dopo giorno, come qualunque professione o mestiere. Al tempo stesso devi mantenerti abbastanza lucido e indipendente, ancorato alla tua vita, per non venirne stritolato. Facendo un passo indietro o di lato, riacquisisci una prospettiva esterna che ti consente di individuare meglio la strada da percorrere, perché questo facciamo nella vita: percorriamo strade. La politica, certo, ha bisogno di un Noi, che è poi la parte migliore, è più dell’appartenenza, è partecipazione, è forza, scambio di energie, antidoto alla solitudine e persino alla depressione. Ma la politica ha anche bisogno dell’Io, del coraggio e dell’esposizione individuale, delle parole e dell’azione, piccola o grande, di ciascuno. E le miriadi di azioni individuali, i molteplici Io, tendono a riconoscersi in un altro Io in grado di rappresentarli tutti, anche solo per un certo tempo, momento, o fase della storia: la politica cerca e vuole il suo leader. Spesso non lo trova però, perché i veri leader sono rari, perché essere leader è qualcosa di innato, un talento, un “daimon”, nel bene e nel male. Ecco perché prima o poi, a torto o a ragione, il “popolo” uccide il suo “re”, o peggio è il re a mangiare il suo popolo, come nelle favole di Esopo. La politica deve scendere a patti col Qui e Ora, perché i problemi delle persone hanno sempre l’urgenza del quotidiano e l’arroganza dell’assoluto, nel senso che pochi hanno la possibilità di acquisire uno sguardo più alto e relativo sulla complessità dell’esistente. Ma la politica sì, la politica deve conoscere e fronteggiare la complessità dell’esistenza, trovando il modo di renderla comprensibile a tutti, il che non significa semplificarla. Deve ascoltare e accogliere la paura delle persone e ammettere di provarne a sua volta, deve cercare la risposta giusta al momento giusto, come un genitore sensibile, che conforta e rassicura.
La politica è linguaggio, è comunicazione.
E qui arriva una componente fondamentale, rara come è raro il vero leader: la politica deve emozionare. E per emozionare deve parlare di futuro, deve disegnare il domani, deve far credere in un mondo migliore, a dispetto di tutto e tutti, deve metterti addosso la voglia di sperare, la gioia di vivere adesso. Come dice Jodorowsky : “voglio fare un teatro dal quale la gente esca in festa”.
Elisabetta Malagoli

Una Donna seria e perbene imprestata alla politica