ELENA LOEWENTHAL

Nata a Torino nel 1960, Elena Loewenthal ha tre figli. Traduttrice, scrittrice e giornalista, scrive per “La Stampa” e “Tuttolibri”, oltre che per altre testate. Ha pubblicato saggi e romanzi, tradotto moltissimi libri dall’ebraico, dall’inglese e dal francese. Nel 1999 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali le ha assegnato un premio speciale per la sua attività di traduzione e di pubblicistica.
Ha appena pubblicato il suo ultimo romanzo, intitolato “Nessuno ritorna a Baghdad” per la casa editrice Bompiani.
Insegna presso lo IUSS, l’Istituto Universitario di Studi Superiori dell’Università di Pavia.
Dal 2015 al 2017 è stata Addetto Culturale presso l’Ambasciata Italiana in Israele: un’esperienza che l’ha arricchita molto, soprattutto nell’orgoglio di appartenenza a questo Paese; sempre animata dal desiderio di raccontare Israele e servire il bene comune.
Incontriamo Elena Loewenthal nella tarda mattinata di una giornata fredda ma soleggiata di questa primavera un po’ bislacca… Siamo a due passi dalla Sinagoga di Torino e dai centri della cultura ebraica torinese, ovvero gli stessi luoghi che l’hanno vista nelle sue varie età, dalla adolescenza agli anni della formazione liceale ed universitaria…
Perché decidere di partecipare alla competizione elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale, proprio ora che sei nel pieno della tua maturità di scrittrice, e poi, proprio per PIU’ EUROPA?
Ho deciso di candidarmi perché, come disse un maestro millenni fa, “non spetta a noi portare a compimento l’opera, ma non possiamo esimerci dal tentare”. Ho deciso di candidarmi con +Europa perché ho desiderio di rimboccarmi le maniche e lavorare per il mio Paese, per la mia Regione, per la mia Europa.
Sempre sorridente, Elena Loewenthal inizia la conversazione con una spiegazione di questo strano hashtag: #CHIMELOHAFATTOFARE.
Sì, ho scelto questo motto per la mia campagna elettorale: tutto fuorché una dichiarazione di svogliatezza… Me lo fa fare, infatti, il desiderio di impegnarmi per un bene comune che non è nulla di astratto, sta invece al cuore della politica. Non ho quasi esperienza attiva in politica, se non una militanza liceale in area liberale e poco più avanti negli anni con il Partito Radicale. All’epoca in cui Angelo Pezzana fu in Consiglio Regionale collaborai nel suo ufficio come addetta alle questioni internazionali, e in particolare su temi legati a Israele.
L’impegno civile mi ha appassionato di recente, nei due anni in cui sono stata Addetto Culturale presso l’Ambasciata d’Italia in Israele.
Quali saranno i temi che intenderai portare avanti, nel caso fossi eletta?
Il mio terreno “naturale” è la cultura, nella quale sono impegnata da sempre. Cultura come produzione, divulgazione e cultura come impresa. In questo contesto, e in nome della mia sigla politica, ritengo fondamentale incrementare il coordinamento tanto con le istituzioni europee quanto con la circolazione di idee e progetti in Europa. I nuovi tempi della programmazione culturale regionale, con il piano triennale che dovrà essere presentato in ottobre, impongono una maggior lungimiranza nel costruire la cultura del Piemonte e la capacità di utilizzare al meglio i fondi europei.
Sappiamo però che sei interessata anche al tema centrale delle politiche della Regione, ovvero la Sanità…
Infatti, un altro tema centrale per la nostra Regione è proprio quello della Sanità. In questi giorni ho molto ascoltato. La scelta di fondo è fra una sanità “conservativa” ancorata ai modelli tradizionali – e sostanzialmente superati – e un sistema capace di innovare – costruendo, non solo materialmente ma anche in termini di mentalità collettiva. La città della salute è al centro del dibattito, ma non è l’unica voce. Il tema ad esempio di quella condizione a cavallo fra la malattia e il benessere – in una vasta gamma di sfumature che va dalla cronicità, ad esempio del diabetico, e la non autosufficienza, e che ha nel suo insieme molto a che fare con l’estensione dell’età – è anch’esso cruciale. Assistenza domiciliare, elasticità nel supporto agli anziani, creazione di strutture “ibride” sono le prospettive future della sanità piemontese.
Vi sono però molti altri temi che una “capolista” alle elezioni non può accantonare…
Naturalmente il comparto del lavoro è prioritario! i centri per l’impiego in Piemonte vanno ripensati. Così come la dinamica fra formazione e impresa: spesso manca il coordinamento. In questo contesto non si può dimenticare la questione femminile. Molte donne vanno in pensione prima, per assistere gli anziani di famiglia…. Il congedo di paternità non è stato rifinanziato dall’attuale governo, così come il bonus baby sitter per le donne che scelgono di tornare al lavoro senza fruire dell’intero congedo. La nostra Regione dovrebbe pensare a soluzioni alternative efficaci ed urgenti!
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